Un amico, un grande amico, se manca, lascia un segno dentro le persone che lo conoscevano.
La simpatia, la cordialità e la naturalezza di Paolo hanno lasciato non un segno ma un solco profondo che lascia un vuoto irrimediabilmente incolmabile.
Senza cadere nella retorica, si può dire che Paolo era un ragazzo come tanti altri, affascinato dai miti sportivi dei nostri tempi, per i quali portava una grande passione ma anche una grande competenza e conoscenza.
Calcio ed automobilismo i grandi interessi: come dimenticare le domeniche passate a tifare Juve o Ferrari. Ma anche basket, tennis, sci e tutto quanto fosse agone sportivo. Come dimenticare le urla di gioia per le vittorie italiane in tutte le discipline.
Ancora ora serbiamo memoria dei straordinari giorni delle visite a Maranello o delle partite ad Udine, dei viaggi in compagnia parlando di motori e palloni.
Un solo grande rammarico per Paolo: l’impossibilità di praticare tutti gli sport che ben conosceva; inchiodato su una carrozzina a causa di un terribile male che se l'è portato via quando aveva solo 22 anni.
Ecco perché è nata una manifestazione sportiva che lega il suo nome ad un'attività sportiva praticata da disabili. Ogni anno, se la volontà e le forze non ci mancheranno, proporremo uno sport diverso, in diverse località del Polesine, in modo che tutti possano conoscere il movimento sportivo dei disabili e sapere che esisteva uno come tanti, che amava lo sport come tutti, pur non potendo praticarlo; questo per far sì che qualcuno in più possa dare una mano.