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Natalino Balasso

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Cinema

Un film è una storia, narrata attraverso i suoi personaggi, fatta di immagini e suoni che evocano sensazioni ed emozioni a chi la guarda.

Un film può essere anche un mezzo, un media, un’interfaccia comunicativa, che permette di superare alcuni stereotipi della comunicazione, mettendosi in una posizione privilegiata, in riferimento a quei luoghi della mente che sono di tutti, anche delle persone che noi definiamo "handicappate."

Il racconto è l’unione di mondi, il passaggio di idee tra menti. E tutto questo non ha bisogno di "normalità", anzi la supera nella fantasia e nella ricchezza del pensiero, che spesso è rinchiuso in confini fatti da modelli predefiniti che rispondono a standard precisi. Sulla base di queste considerazioni è nata, in seno all’UNI SPORT, l’idea di realizzare dei cortometraggi in cui potessero cimentarsi come attori alcuni dei soci diversamente abili. Il primo film, dal titolo L"’importante è partecipare", è stato realizzato nel 2002, e diretto dal regista Fabio Bimbati. Ci sono voluti circa tre mesi di lavorazione, ottanta ore di set, nelle quali si sono alternati i quattro protagonisti ed altri 17 attori. Le riprese sono state effettuate a Rovigo e nelle zone limitrofe, e girate in mini-dv, uno standard digitale particolarmente duttile ed economico.

Gli attori, tutte persone disabili, per la prima volta si sono cimentati dietro la macchina da presa e hanno dimostrato di essere "molto abili", dando prova di grandi doti interpretative, adattamento alle situazioni e capacità di suscitare emozioni. E i risultati lo hanno confermato, visto che il film nel 2002 si è classificato al terzo posto su 130 partecipanti al Festival del Cinema Nuovo di Gorgonzola, concorso di cortometraggi che si tiene ogni due anni, con protagoniste persone portatrici di handicap.

Visto il successo dell’iniziativa e l’entusiasmo mostrato dai ragazzi, l’UNI SPORT nel 2004 ha deciso di realizzare un nuovo prodotto filmico, nell’ambito di un vero e proprio "Progetto Cinema." Il film, dal titolo "P.I.U.Me.", è stato girato da aprile a luglio tra Padova, Barbona (PD), Rovigo e Rosolina Mare (RO), sempre con la regia di Fabio Bimbati. Alcuni numeri: 8 collaboratori, 22 attori, 431 comparse, 27 pagine di sceneggiatura, 12 location, 14 giorni di riprese, 403 inquadrature, 2 auto d’epoca, 1 caravan.

Presentato all'edizione 2004 del Festival del Cinema Nuovo di Gorgonzola, è stato premiato per la miglior sceneggiatura. Nel 2005 ha partecipato all'International Kurzfilmfestival di Monaco di Baviera, la più importante rassegna cinematografica europea per cortometraggi realizzati da e con persone portatrici di handicap.

Attualmente è in fase di progettazione il terzo cortometraggio prodotto dall'UNI SPORT, che intende coinvolgere nel progetto anche altre realtà associative del Polesine.

"L'IMPORTANTE E' PARTECIPARE"

Gli attori, tutte persone diversamente abili, per la prima volta si sono cimentati dietro la macchina da presa e hanno dimostrato di essere “molto abili”, dando prova di grandi doti interpretative, adattamento alle situazioni e capacità di suscitare emozioni.Il film è una metafora della vita. Vivere significa esserci, partecipare, e tanto più è concreta la forza con la quale noi manifestiamo questa cosa, tanto più la nostra vita ha un significato; indipendentemente da ciò che siamo o facciamo.

I protagonisti di questo film hanno questa forza vitale che permette loro di esserci, di affrontare la vita con determinazione, di cercare di superare le difficoltà, anche con un pizzico di fortuna. La vita è un viaggio con molte avventure, un viaggio pieno di insidie e difficoltà, un viaggio che a volte è drammatico, a volte comico, a volte sereno, un viaggio al quale è sempre meglio partecipare.

"P.I.U.Me."

Il titolo del film richiama la leggerezza, il fluttuare nell’aria, la sospensione. Questa è la dimensione in cui i protagonisti della storia, due improbabili e sfaccendati investigatori, si muovono, cogliendo con fulminea semplicità e arguta acutezza le opportunità investigative che gli si parano davanti.

In realtà P.I.U.Me è l’acronimo di “Private Investigazioni Ugo e Medardo Sfregolon”. L’occupazione dei due simpatici investigatori è quella di cercare di lavorare il meno possibile, coltivando continuamente il sogno di una grande vacanza, fino a quando si presenta loro l’occasione importante. Chiamati fortunosamente a risolvere un caso molto difficile di truffa sportiva, i due strampalati investigatori si lasciano trasportare dalla fortuna e dalle loro intuizioni, evitando anche alcune losche tentazioni.

Lo sport e l’ambiente sportivo delle persone disabili, sono i punti da cui parte la storia di "P.I.U.Me". Questi temi sono molto cari all’Associazione Sportiva Uni Sport, che ne ha fatto un punto di forza, unendo lo sport alla socialità, con molteplici attività e manifestazioni, passioni, come quella per il cinema. Il film, con molta leggerezza, divertimento ed ironia, mette comunque l’accento su uno dei problemi importanti della nostra società, il doping, inteso come ricerca affannosa di superare in maniera artificiale i propri limiti in tutti i campi. Siamo convinti invece, che ogni persona debba, più che cercare il confronto come misurazione di capacità individuali, puntare all’armonia e al benessere, secondo quelle che sono le proprie possibilità.

La lavorazione del “corto” ci ha permesso di comprendere come la passione, il divertimento, la ricerca possano eliminare ostacoli fisici e mentali e comunicativi. Va sottolineata la crescita degli attori, sia dal punto di vista interpretativo ma, ancora più importante, da quello personale. “Fare il film” è stato stimolante ed ha permesso ad alcuni di migliorare l’autostima e valore sociale. Un’occasione importante per essere capiti e riconosciuti per le proprie capacità, abilità, sentimenti, azzerando di colpo quello che molti definiscono uno svantaggio.

   
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